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Parigi 2024: Concorso completo. L’analisi di Stefano Brecciaroli

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Team Italia completoParigi 2024A Giochi Olimpici ancora in corso, seppure si sia già chiuso il palinsesto a cinque cerchi per le gare degli sport equestri, abbiamo voluto raccogliere le impressioni di una voce autorevole come quella di Stefano Brecciaroli. Appuntato scelto dei Carabinieri, cinque Olimpiadi consecutive all’attivo come cavaliere da Atene 2004 a Tokyo 2020 e presente a Parigi 2024 per la sua prima Olimpiade da tecnico personale dell’azzurra Evelina Bertoli. A lui abbiamo chiesto di fare una panoramica generale sulle gare di Concorso completo alla luce di quello che ha avuto la possibilità di vedere, anche se da un punto di vista differente rispetto alle esperienze olimpiche pregresse.

  

“Se c’è un aspetto che più degli altri mi ha impressionato – ha detto Brecciaroli – è stata la location, davvero incredibile. I Giochi Olimpici sono tornati in Europa dopo tanto tempo. Un aspetto che ha facilitato l’organizzazione di atleti dal punto di vista della preparazione e degli spostamenti. Anche le nazioni molto lontane si sono allenate in Europa per prepararsi al meglio. Soprattutto nel cross, i Giochi hanno proposto uno degli scenari più incantevoli di sempre regalati dai giardini della Reggia di Versailles, con un pubblico francese, e non solo, molto appassionato e vivo, vicino a tutti gli atleti indipendentemente dalla bandiera, rispecchiando lo spirito olimpico che si deve sempre respirare in un evento come questo. Per i ragazzi che hanno avuto l’onore di partecipare per la nostra nazione – ha aggiunto - è stato un privilegio e potere montare e potersi godere questa gara unica e spettacolare è stato bellissimo. Il cross è stato disegnato in maniera esemplare con salti ‘pieni e chiari’. A me è venuta quasi voglia di montare a cavallo insieme a loro. Lo scenario legato all’emozione che offre una gara del genere è indescrivibile. Per un atleta è il sogno di una vita. È un’esperienza che tutti ricorderanno, come è già successo a me in diverse occasioni. Questa Olimpiade – ha aggiunto Brecciaroli - mi ha ricordato molto quella di Londra. Tutto molto raccolto a livello organizzativo; è stata disegnata una gara su misura. Forse, se dovessi fare una critica, abbiamo visto qualche lacuna negli spostamenti per pubblico e addetti ai lavori, ma con uno scenario del genere è una “tassa” da pagare”. 

 

Brecciaroli si è poi concentrato sul livello generale della competizione. “Il livello si sta alzando costantemente quadriennio dopo quadriennio. Ci sono binomi e nazioni che stanno andando alla ribalta e che si stanno preparando con programmazione serie che somigliano più a piani manageriali. Lasciando fuori per un attimo nomi classici come l’Inghilterra, per le squadre, o la Germania, con un Michael Jung che ha cambiato il completo moderno e che risulta difficile da battere ormai da 10/15 anni a questa parte, apprezzo molto il lavoro fatto dai giapponesi. Non solo per la medaglia conquistata, ma anche perchè è un lavoro che viene da lontano. Mi fa piacere rimarcare anche il bel lavoro svolto da una nazione come la Svizzera, seguita da un tecnico come Andrew Nicholson”.

 

Stefano Brecciaroli analizza poi la gara di Evelina Bertoli della quale si dice molto soddisfatto. “Non posso nascondere – ha detto - che sono molto contento per Evelina che seguo da tanti anni  e che ha avuto la possibilità e l’onore di partecipare a un’Olimpiade da protagonista, approdando a una finale olimpica importante. Evelina ha gestito le tre prove in maniera egregia e reputo sia una vera professionista. Io non ho fatto altro che starle vicino come punto di riferimento, perché in queste gare a ogni atleta serve questo. Per me è stato un piacere accompagnarla e osservare una gara di così alto profilo. Non è facile a livello emozionale, psicologico, ma anche logistico potere fare tutto bene, soprattutto in una prima Olimpiade. Evelina si è impegnata… ci ha messo umiltà, professionalità e mi ha gratificato dei tanti anni di lavoro insieme e perché si è dimostrata pronta e sicura per un appuntamento del genere”.

 

Brecciaroli non ha voluto fare mancare l’apprezzamento alla Federazione per la programmazione condivisa con gli atleti.  “La Federazione Italiana Sport Equestri ha dato la possibilità di fare una programmazione chiara e definita. Ci tengo a sottolinearlo, perché questo è un aspetto importantissimo per un cavaliere. Quest’anno la FISE ha fatto vedere che si sarebbe partiti con il piede giusto; ha fatto vedere di avere le idee molto chiare; ha dato indicazioni giuste per ogni cavaliere e la possibilità di prepararsi al meglio. Va riconosciuto alla Federazione che questa è stata l’arma in più, nonostante le disavventure che nello sport possono capitare e che vanno viste come degli imprevisti che non possono essere programmati. Credo che quest’anno siano state fornite delle indicazioni chiare sulle gare a cui prendere parte e sulle strategie da adottare. Una situazione che ha messo ogni cavaliere nelle condizioni di prepararsi al meglio. Per questo con Evelina non abbiamo fatto altro di curare i particolari, perché la cavalla veniva da due anni belli con un Campionato del Mondo e un Campionato d’Europa all’attivo e abbiamo messo più qualità in ognuna delle tre fasi della gara, riuscendoci. Questa chiarezza che è venuta dalla programmazione della Federazione ci ha fatto lavorare in serenità e devo dire che ha portato i suoi frutti”. Naturalmente solo a titolo personale, poi, Brecciaroli ha voluto esprimere la sua opinione in relazione al gruppo degli azzurri.  

 

“Grazie a questa programmazione – ha concluso Brecciaroli – ho avuto modo di assistere una gara con dei ragazzi molto motivati e professionali con un ottimo ambiente. Tutto lo staff federale si è concentrato ognuno a fare il proprio lavoro, ognuno nel rispetto degli altri. Dai componenti della delegazione, ai selezionatori. Quindi per la prima volta un’atmosfera professionale e adeguata alla tipologia di gara nell’intento di dare ognuno il meglio di sé con grande professionalità. Questo mi fa piacere e mi fa ben auspicare per il futuro. Una nota di merito vorrei farla al veterinario di squadra, dott. Marco Eleuteri, che conosco e con cui collaboro ormai da più di vent’anni: per la sua passione ed esperienza che ha sempre garantito ai cavalli delle nazionali italiane di concludere le gare nel migliore dei modi. Si tratta di quelle figure che lavorano sempre dietro le quinte, ma che in certe situazioni e in certe gare fanno la differenza”, ha concluso Brecciaroli.

 

(Nella foto © FISE/Massimo Argenziano: la delegazione italiana alle Olimpiadi di Parigi 2024)


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